L’attaccante azzurro, Giacomo Raspadori, ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, in cui parla della sua esperienza in azzurro svelando anche alcuni aneddoti
“Quando a Sassuolo ho avuto momenti poco brillanti, Mancini non ha mai dubitato sul mio conto, se la mia vita è cambiata, lo devo anche a lui. E a una telefonata: quella con cui Spalletti e Giuntoli. Mi spiegarono perché avrei dovuto firmare con il Napoli. Ho avuto tutta la volontà nel mondo nel prendere questa decisione. Direi che ha pagato.
In particolar modo, c’è un momento in cui ho capito che quella scelta era stata giusta al 100%.
La settimana successiva alla rete contro la Juventus a Torino al 93’, stavo andando a Castelvolturno per allenarmi. Mentre guidavo, c’era uno striscione che celebrava il mio gol. Mi sono venuti i brividi e mi ha fatto anche uno strano effetto. Siamo una squadra di ragazzi davvero semplici e tutto questo affetto ti mette quasi in soggezione. Quello dei napoletani è un amore a cui non ti abitui. Ti farà sempre effetto ricevere da tuo fratello la foto della mia immagine a giro per la città, o dai miei genitori su WhatsApp uno scatto in cui alcuni tifosi si fanno un selfie con la mia sagoma per le vie del centro.
I festeggiamenti sono stati un vero emblema in giro per l’Italia e per il mondo. È un caso in cui puoi veramente dire: è stata la vittoria di tutti. Non sono mai mancate le motivazioni, neanche quando i punti di vantaggio erano tanti ed è più facile staccare la spina. Spalletti e il gruppo hanno saputo trovare da soli l’energia e lo stimolo per cercare qualcosa in più. Quando hai così tante persone attorno che spingono la squadra, venendo ogni giorno al campo d’allenamento, non puoi abbassare la guardia.
Quando torni a casa, dopo giornate come quelle, la parola giusta è soltanto una: equilibrio. Ricevi una scarica d’affetto senza paragoni e devi tenere la barra dritta. Chiudi gli occhi e ripensi a quello che è successo. Ogni dettaglio è stato fondamentale. Io, poi, sono un tipo maniacale. A cominciare dalle scarpe: dopo ogni allenamento do un’occhiata. L’ho fatto in questa stagione e lo sto facendo adesso. Pensate: anche quest’anno mi è capitato di entrare in campo per il riscaldamento con un tipo di scarpa e successivamente cambiarla. Nella maggior parte dei casi… ho anche segnato! Quindi, l’attenzione al dettaglio, funziona. Parastinchi, maglietta: l’attenzione ai particolari ti porta soltanto vantaggi.
In poco tempo la mia vita ha accelerato: Europeo, Scudetto, il trasferimento a Napoli. La convivenza. Quest’anno, io ed Elisa, siamo andati a vivere insieme. Siamo in grande sintonia, ognuno ha i suoi compiti e se non vengono rispettati ci sgridiamo ahah! Ma siamo capitati bene, anche a livello di cibo tra Emilia-Romagna e Campania è una lotta all’ultimo piatto. Ogni volta che andiamo al ristorante, qui ti riconoscono, sanno chi sei e ti danno tutto l’amore di Napoli. Dal supermercato allo stadio. Una passione così, nel quotidiano, non esiste da altre parti.
Equilibrio, me lo ha dato pure Spalletti. Con lui ho fatto tantissimi ruoli, mi ha provato pure mezzala! Sia a livello tecnico che tattico ci ha lasciato tantissime nozioni, prepara le partite nel migliore dei modi. La strada con cui raggiunge il risultato in modo collettivo è fenomenale”