Il 5 novembre 2019, dopo il pareggio per 1-1 con il Salisburgo, Insigne e compagni si rifiutarono di andare in ritiro a Castel Volturno e furono multati dalla società
Di seguito quanto riportato da Calcio e Finanza:
Il Napoli ha cambiato molti calciatori negli ultimi anni. Una vera rivoluzione tecnica che ha permesso agli azzurri di ritornare a vincere lo Scudetto sotto la guida di Luciano Spalletti nonostante gli addii di Insigne, Koulibaly, Mertens e Fabian Ruiz, fra gli altri.
Come riporta l’edizione odierna de Il Mattino, tutti i calciatori sotto contratto nel 2019 e che hanno lasciato Napoli hanno dovuto discutere con il presidente Aurelio De Laurentiis il caso, e la multa conseguente, risalente al 5 novembre 2019, il famoso ammutinamento dello spogliatoio azzurro in seguito alla decisione di andare in ritiro dopo il pareggio per 1-1 contro il Salisburgo in Champions League. I calciatori – all’epoca allenati da Carlo Ancelotti – non risposero alla chiamata del club di recarsi a Castel Volturno e tornarono nelle rispettive case, con De Laurentiis che decise di multarli.
Con l’addio al club di molti di quei calciatori, il tema sta tornando di attualità. La multa inflitta dal club fu di 32.000 euro a ogni singolo giocatore ed è stata pagata, dopo una trattativa fra le parti, da Insigne, Mertens, Koulibaly e Lozano, l’ultimo a dire addio per trasferirsi al PSV. Invece sono stati quattro, l’ultimo dei quali Fabian Ruiz, a presentarsi davanti all’Arbitrato per non dover pagare la multa al club. Gli altri tre sono Maksimovic, Hysaj e Allan, quest’ultimo considerato dalla società uno dei capi-rivolta dell’epoca.
Secondo il parere degli avvocati il Napoli può richiedere il pagamento della famosa multa ancora per un anno a quei giocatori che erano già presenti in rosa quel famoso 5 novembre, a meno che nel frattempo non vengano messi in essere degli atti che interrompano il decorrere della prescrizione. Non sono della questione, oltre ovviamente a quei calciatori che non erano a Napoli in quel periodo, Mario Rui e capitan Di Lorenzo che erano assenti al momento della “rivolta” anche se giocarono da titolari quella partita. Anche lo stesso Ancelotti e il suo staff non hanno dovuto trattare per il pagamento della multa, visto che si recarono a Castel Volturno rispettando il ritiro imposto dal club.
Per il club quello che attuarono i calciatori è stato un vero e proprio «atto di insubordinazione». Il passaggio chiave per il Napoli era il carattere del ritiro, ovvero non punitivo. Terminata la partita – si leggeva nelle accuse del Napoli – i calciatori «in persona del capitano, ricevute le informazioni di carattere logistico per raggiungere il ritiro, comunicavano l’indisponibilità dell’intera rosa a pernottare». Alle parole di Insigne, ebbe luogo – si legge – un’accesa discussione nel corso del quale sia Giuntoli che Ancelotti «invitavano i calciatori a rispettare la prescrizione impartita dalla società senza tuttavia che i predetti modificassero la loro posizione». Nulla fece cambiare idea ai calciatori e il primo ad andarsene fu Mertens.
A quel punto entrò in scena il vice presidente Edoardo De Laurentiis che, preso atto delle volontà dei calciatori, intimò di rispettare la direttiva, ricordando che un comportamento del genere appariva «irrispettoso degli sforzi del club». Allan ebbe una reazione immediata che lo portò quasi alle mani con il vice presidente azzurro. Il brasiliano disse: «I centomila euro te e tuo padre ve li potete mettere…». Allan è quello che pagò la sanzione più alta: 170.000 euro. Il Napoli ha nominato Bruno Piacci arbitro mentre i legali dei calciatori si sono rivolti a Francesco Macrì.