Passato, presente e futuro del nuovo calciatore azzurro. Storia e caratteristiche di Jesper Lindstrøm
Un predestinato alla città di Napoli. Potrebbe sembrare una frase esagerata per Jesper Lindstrom ma se al tuo primo anno in Bundesliga vinci il premio “Rookie of the Year” (il miglior esordiente dell’anno battendo Andre Silva) un po’ speciale devi esserlo. Se poi aggiungiamo la sua voglia di avere il mare vicino a casa, il suo arrivo al Napoli era già scritto da qualche parte.
“Se solo ci fosse qualche spiaggia in più qui, in Danimarca le abbiamo ovunque e mi piace andare a nuotare”, parlava così Lindstrom del suo ambientamento a Francoforte in una recente intervista. Per cosa è famosa Napoli all’estero? Non serve che ve lo si dica.
Chi è Lindstrom, il bambino che amava Gerrard ma sognava di essere come Neymar:
Appassionato di calcio inglese da piccolo, il danese ha confessato alla BIld che il suo idolo da bambino è sempre stato Steven Gerrard. Non tanto perché affini nello stile di gioco, ma più per le qualità di leadership: “Mi è sempre piaciuto come persona. Si prendeva cura di tutti ed era qualcuno che abbracciava i giovani giocatori e stava al loro fianco”.
In linea con il passaggio da bambino ad adolescente, Lindstrom ha cominciato a vedere all’opera Neymar. Le finte del brasiliano hanno ispirato il giovane Jesper che le provava a ripetere nei campi di allenamento del Brondby. “Se potessi combinare Gerrard e Neymar sarebbe perfetto“, dichiarava il classe 2000 ma forse in piccola parte ci è riuscito. 16 cartellini in 203 partite tra i professionisti in tutte le competizioni e il dribbling e le accelerazioni come arme migliori del suo bagagli tecnico. Non la ricetta perfetta, ma un mix equilibrato.
Le giovanili al Brondby e il passaggio all’Eintracht:
Lindstrom ha fatta tutta la trafila nel settore giovanile del Brondby. Si è iniziato a far notare nell’Under 19 con 11 gol e 3 assist in 17 partite nella stagione 2018/2019. Subito è arrivata la convocazione l’anno successivo in Prima squadra e nel campionato 2020/2021 si è fatto conosere anche all’estero con 10 gol e 11 assist in 31 partite giocando da trequartista o ala. Non solo risultati individuali ma anche di squadra. Grazie anche alle sue prestazioni il Brondby ha conquistato il suo primo titolo dopo 16 anni di attesa.
L’estate successiva è passato all’Eintracht Francoforte per 7 milioni di euro. In Bundesliga gli sono bastate un paio di partite per prendere le misure con il ritmo e l’intensità del calcio tedesco per poi tornare a fare quello che ha sempre fatto: segnare e far segnare (12 reti e 9 assist in 56 partite totali in due stagioni). Il titolo di “Rookie dell’anno” è stata solo una diretta conseguenza.
Le sue caratteristiche e come si inserirebbe nello scacchiere del Napoli
Si tratta di un calciatore elettrico, dotato di grande rapidità nei movimenti e nel dribbling. Fluido nel movimento orizzontale in rotazione con i compagni, la sua maggior qualità è data dalla verticalità che riesce a dare alla squadra grazie alle sue accelerazioni e alla velocità in rettilineo. Il tempismo è la chiave del suo modo di giocare, che gli permette di creare situazioni da gol con pochi tocchi.
Difetti? Pochi. Soffre il corpo a corpo e, per questo motivo, è un giocatore molto attento al posizionamento dell’avversario diretto che cerca spesso di superarlo in campo aperto evitando la marcatura diretta o lo scontro fisico. E poi c’è il gol, quello su cui vuole migliorare. L’ha detto in qualche intervista ai canali dell’Eintracht, ci sta lavorando.
Nello scacchiere del Napoli può giocare come ala, principalmente a sinistra ma all’occasione anche a destra. Il danese grazie alla sua freschezza atletica può rivelarsi una carta molto efficace per Rudi Garcia da giocare a partita in corso ma con l’obiettivo di creare qualche grattacapo in più all’allenatore francese nel momento di scegliere l’undici titolare.
Fonte: Gianluca Di Marzio