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Sette partite in 22 giorni: tour de force decisivo per il Napoli

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La prima serie ravvicinata parte a Marassi con il Genoa. Il clou a ottobre con il Real Madrid. Di seguito l’approfondimento de Il Corriere dello Sport

Ora che rimetteranno la palla al centro, sarà come immergersi dentro ad un bolla – o un a palla – per respirare calcio senza soluzione di continuità: e il calendario, che toglierà il fiato, non consentirà distrazioni, peggio ancora pause. Ora che passerà questa prima sosta – la chiamano così anche se poi chiunque ha squadre interamente impegnate all’estero – si (ri)comincerà con l’ansia del risultato, si assorbirà l’effetto intrigante della Champions League, si farà un bilancio un’ora sì e l’altra pure, perché in fin dei conti non è cambiato niente, dovremmo esserci abituati a questi ritmi, e invece no.

Ci sono momenti in cui il pallone sta seriamente al centro dei pensieri e questo che sta arrivando rientra tra le scadenze fatidiche e però anche faticose che appart engono all’universo-football: sette partite in ventidue giorni , si parte, si gioca, si riparte, si rigioca, quasi come automi. Il centro sportivo di Castel Volturno si è svuotato, a Rudi Garcia in questi giorni sono rimasti nove giocatori, e in soccorso di quel che resta della squadra arrivano – come al solito – quelli della Primavera per consentire di attrezzare almeno partitine in famiglia: per quelle vere, che accrescono la tensione, ci sarà modo e (poco) tempo.

Si parte da Marassi fino alla gara con lo Sporting

Il sedici settembre, sarà un sabato sera, Marassi ospiterà quella ch’è stata una partita tra amici – i tifosi – che ha precedenti vibranti come la doppia promozione in Serie A del 2007, e che conserva un fascino particolare per i rapporti sempre cordiali tra le curve: Genoa-Napoli (ore 20.45) riaprirà il campionato, lo proietterà in quella dimensione «devastante» che per diciotto giorni rapirà chiunque, perché ce ne saranno di appuntamenti e nessuno da perdere. Da Genova a Braga, poi, sarà un attimo, il 20 settembre c’è il debutto in Champions con lo Sporting in trasferta, in Portogallo, in un girone non difficilissimo né semplicissimo, in cui (chiaramente) sarà vietato sbagliare: il Napoli ci arriverà novantasei ore dopo la sfida contro i rossoblù e novantasei ore prima del match con i rossoblù del Bologna, nella sua terza trasferta consecutiva che certo non rappresenterà una passeggiata, come le precedenti.

Napoli, il tour de force fino alla gara con il Real

Il campionato, e si sa, poi proporrà il turno infrasettimanale, il Napoli avrà però tra Bologna e Udine (in attesa degli orari definitivi), presumibilmente soltanto 72 ore, rientrerà a Castel Volturno dopo la gara contro Thiago Motta nella notte, avrà due allenamenti a disposizione (si fa per dire) perché dovendo giocare in Champions il 3 ottobre al Maradona con il Real, è inevitabile che a Lecce si scenda in campo il 30 settembre. Real Madrid, Ancelotti, c’è tanto – quasi tutto – in una gara che riporta indietro alla sfida del Santiago Bernabeu e poi al ritorno del Maradona di febbraio e marzo 2017, di un ottavo di finale senza storia però con i brividi sparsi qua e là, dal gol di Insigne all’andata a quello di Mertens nel ritorno, illusioni brevi e però magiche, in una città che vuole vivere notti del genere. Napoli- Real Madrid sarà innanzitutto la notte di Carlo Ancelotti, un gentiluomo sfilato via rapidamente, in appena diciassette mesi, da una città che gli era entrata dentro. Ma poi la grande traversata, da una sosta all’altra, si interromperà: 8 dicembre (o 7 , ma si saprà a breve), la Fiorentina a Fuorigrotta che chiuderà il primo tour de force e rimanderà a quello successivo.

Fonte: Corriere dello Sport

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