Con la sospensione a scopo cautelare, in attesa delle controanalisi e dell’iter giudiziario, la società pagherà il giocatore al minimo sindacale. In caso di condanna possibile la risoluzione del contratto. Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio
Paul Pogba lo sperimenterà sulla propria pelle dopo la positività al testosterone comunicata lunedì, che ha cambiato la sua carriera più di qualsiasi altro infortunio patito o trionfo conquistato. Il giorno dopo le domande sono tante e coinvolgono lui, la sua famiglia, il suo futuro ma anche quello della Juventus, che osserva combattuta tra l’empatia per il calciatore, uomo simbolo dell’ultimo decennio bianconero, e la consapevolezza che proseguire altri anni tra incertezze e stipendi in doppia cifra, tra parte fissa e bonus, sarebbe uno stillicidio. I passaggi a vuoto di Pogba sono stati tanti e sono diventati troppi dopo il più grave peccato del mondo dello sport: il futuro è fatto di incognite, di domande a cui cercare di dare una risposta. Prima di tutto: capire se abbia assunto spontaneamente un integratore.
La Juventus può rescindere il contratto di Pogba?
Il percorso per chiudere lo sfortunato secondo capitolo con Pogba, nei desideri del club, sarebbe dovuto passare idealmente in territori completamente diversi rispetto a quelli che oggi può intraprendere la Juventus. Già in estate le sirene saudite erano state quasi accolte con sollievo dal club, che non può essere soddisfatto di aver messo sotto contratto per quattro anni, a dieci milioni bonus compresi, un calciatore che nella scorsa stagione ha giocato 216 minuti. Circa 70 mila euro ogni 60 secondi Dopo la sospensione a scopo cautelare imposta dal Tribunale nazionale antidoping, in attesa delle controanalisi, la Juventus può chiedere la sospensione dello stipendio, che potrebbe poi trasformarsi in risoluzione del contratto nel caso in cui venisse squalificato. Nel frattempo Pogba riceverà il minimo sindacale, 42.477 euro lordil’anno che, al netto, equivalgono a circa duemila euro al mese: poco più di quanto guadagna un impiegato o un quadro aziendale.
Cosa rischia Pogba?
Inevitabile prendere in considerazione il futuro del calciatore. Se la Juventus è totalmente estranea alla vicenda, discorso diverso per il calciatore anche in caso di assunzione involontaria. Toccherà a lui difendersi davanti al Tribunale nazionale antidoping dopo aver chiesto, entro sette giorni, le controanalisi alla presenza dei periti del calciatore presso l’Acqua Acetosa, il laboratorio antidoping. Se l’uso terapeutico, vista la sostanza in questione, il testosterone, non è preso in considerazione, sarà invece fondamentale l’atteggiamento del calciatore: rischia quattro anni, la pena massima, che però potrebbe ridursi in caso di collaborazione. Anche se venisse dimostrata la non intenzionalità del gesto, si potrà ottenere al massimo una riduzione della squalifica. A 30 anni, e con i tanti problemi fisici accumulati, anche due anni di inattività sarebbero quasi un capolinea.
Fonte: Repubblica