Diventa una prova di sopravvivenza, sette gare in rapida sequenza, una ogni tre o quattro giorni, con l’ansia da prestazione che afferra alla gola e il turnover che va modellato
Di Lorenzo, per non fare nomi, viaggia ad andatura insostenibile, non si ferma mai, e Zanoli è un’alternativa sulla quale puntare; in mezzo alla difesa, Rrahmani e Juan Jesus sono diventati la coppia, ma Ostigard reclama spazio e Natan è un investimento – con le garanzie di Micheli – da scongelare; a metà campo, alle spalle del terzetto elegante, c’è Elmas, che non deve aggiungere altro a ciò che ha dimostrato, e però pure Gaetano e Cajuste sperano di essere interpellati, semmai l’intuizione – non essendoci di fatto Demme – dev’essere sul ricambio naturale di Lobotka; e in attacco, vabbé, ce ne sono talmente tanti che Garcia può rischiare in ampiezza ed in profondità. Un allenatore non conosce pause: in due settimane, ne ha avute cose da dire a se stesso, Garcia.
FONTE: CORRIERE DELLO SPORT