In un momento di difficoltà, è naturale che emergano critiche. Tuttavia, sembra che i giornalisti siano più interessati a dare la propria opinione, non richiesta, anziché fare informazione o critica costruttiva, una tendenza che è tipica della vivace piazza napoletana
Negli ultimi mesi, l’atmosfera nel mondo del calcio napoletano è diventata più tesa che mai. Il fulcro di questa tensione è l’allenatore Rudi Garcia, la cui gestione della squadra partenopea è stata oggetto di critiche feroci e pressioni crescenti da parte dei giornalisti e dei tifosi. Tuttavia, è giusto chiedersi se la colpa possa essere attribuita interamente a lui.
È innegabile che il Napoli stia attraversando un periodo di prestazioni deludenti: ma non dimentichiamo che queste nascono da marzo, e sulla panchina non c’era ancora Rudi Garcia bensì Luciano Spalletti. Non possiamo, dunque, dimenticare che la crisi delle prestazioni del Napoli è iniziata ben prima dell’arrivo di Garcia. L’ex allenatore, Luciano Spalletti, ha dimostrato di avere una comprensione acuta della situazione e ha riconosciuto che qualcosa nella squadra sembrava essersi rotto. Ha fatto la mossa difficile, ma necessaria, di lasciare il club da vincente, dimostrando un grande senso di responsabilità.
Sia chiaro, non stiamo affermando che Garcia non ha nessuna responsabilità: È innegabile che l’allenatore francese abbia una grossa parte di colpa nelle difficoltà che il club sta attraversando. Un Napoli che appare triste, stanco, invecchiato, con una linea difensiva incerta. Un Napoli che sembra aver perso la sua identità tattica. Non segue più il 4-3-3 basato sul palleggio e non riesce a essere altrettanto feroce e preciso nel gioco verticale come sembrava essere nello scorso anno.
