Marco Di Lello, ex procuratore della Figc, ha parlato ai microfoni di Punto Nuovo Sport Show. Di seguito le sue dichiarazioni
«Il caso di calcio scommesse è l’ennesima tegola per il movimento italiano. E’ una spia che deve preoccupare, ci sono troppi fronti aperti. Ora vedremo gli sviluppi giudiziari, ma emerge una prassi diffusa e fa davvero male: sono ragazzi di 20 anni, che guadagnano milioni di euro. Cosa spinge giovani così a scommettere queste cifre, mettendo a rischio la propria carriera. C’è un problema etico, di ludopatia e di educazione. Non è possibile che chi ha già tutto deve violare la legge per sentire adrenalina in più».
Una delle domande che tutti i tifosi si fanno è sulle possibili conseguenze dei tre giocatori al momento più coinvolti, visto che per Zalewski le autorità non si sono ancora mosse.
Tonali e Zaniolo rischiano:
«Almeno 3 anni di inibizione e di squalifica, più 25mila euro di multa. Nel caso di Fagioli si può arrivare ad un patteggiamento con uno sconto del 50% della sanzione, visto che ha ammesso la colpa. Anche i club rischiano un punto di penalizzazione nel caso in cui venga accertata la responsabilità oggettiva. I precedenti sono preoccupanti. L’ultimo precedente è del 2015: Torres e L’Aquila ne pagarono duramente le conseguenze».
Viene coinvolta anche la Juventus poiché potrebbe essere accusata di essere a conoscenza dell’attività di calcioscommesse di Nicolò Fagioli:
«L’art. 24 richiama l’art. 8 della Giustizia Sportiva e parla di un’ampia gamma di possibili sanzioni: da un punto di penalizzazione fino alla revoca di un titolo. Il Codice prescinde da tutto, i club hanno una responsabilità oggettiva che deriva dalla condotta dei propri tesserati. In questi casi la responsabilità oggettiva è prevista anche delle norme internazionali. Se sussisterà l’illecito sportivo, come sembra dai presupposti, il rischio esiste ed è concreto. Se la Juventus risulterà effettivamente a conoscenza del caso Fagioli, addirittura si andrebbe oltre il mero concetto di responsabilità oggettiva».