Di seguito quanto riportato da Il Mattino
Danilo Iervolino ha fissato un orizzonte di tre partite: la Samp in Coppa come salvagente mentale, a patto che arrivi il successo, poi il derby e infine Sassuolo-Salernitana, che precederà la sosta per le Nazionali di novembre. Sarà quello l’ultimo momento utile per intervenire di nuovo se necessario, a quel punto senza più possibilità di sbagliare allo scopo di tenere a galla una barca che inizia a imbarcare pericolosamente acqua. Tre partite per cercare la scintilla che rilassi le gambe ma soprattutto le teste contratte dei calciatori. Serpeggia preoccupazione al Mary Rosy. Inizia la settimana complicata numero otto di una stagione finora contraddistinta dalle false partenze per la Salernitana che oggi, in caso di vittoria del Cagliari sul Frosinone, si troverebbe ultima in classifica.
Volti tesi ieri mattina, dal campo agli uffici al secondo piano del prefabbricato che guarda il primo terreno di gioco. Affacciato al davanzale per assistere all’allenamento c’era Morgan De Sanctis. Iervolino riflette anche su di lui, dopo aver cambiato guida tecnica senza ottenere, ad ora, sensibili miglioramenti in un gruppo che sembra più impaurito di prima, senza convinzione. Non ci sarebbero imminenti ribaltoni dirigenziali in vista ma, come detto, l’orizzonte di eventuali scelte più drastiche non è lontano. Il clima di Genova non è piaciuto al presidente, che ha visto la partita in tv. Chi gli è vicino lo descrive conscio del problema e arrabbiato: ha davanti a sé il ventaglio di opzioni e non resterà con le mani in mano in caso di necessità. Ma non vuole agire di pancia, ancora una volta vuota (di vittorie). Non serve un mago per intuire che sprofondare in B rappresenterebbe un disastro sotto tutti i punti di vista.
In primis c’è il discorso finanziario. La Salernitana sta per chiudere il bilancio al 30 giugno con perdite vicine ai 30 milioni e il salto all’indietro aumenterebbe le difficoltà nel riequilibrare i numeri. La favoletta del paracadute, come lo stesso Iervolino ha sottolineato recentemente, non sta in piedi. L’imprenditore che prende a 10, investe, valorizza e poi vuol trarre profitto non può permettersi di lasciare un club in serie cadetta. In secondo luogo la retrocessione rappresenterebbe un fallimento a livello di immagine per il massimo dirigente, che tiene tanto anche a questo aspetto, in virtù dei molti progetti in cantiere (centro sportivo su tutti). Iervolino si sarebbe auto-concesso altre due-tre partite per capire meglio e dare a Superpippo più tempo per trovare la formula giusta, un reale cambio di passo che vada oltre le belle intenzioni. Inutile precisare che prima di gennaio non sarà possibile cambiare i calciatori ma la fiducia a Inzaghi, benché solo all’inizio della sua esperienza, non sarà illimitata. Anche dietro la scrivania extrema ratio potrebbe cambiare qualcosa qualora la Salernitana restasse ferma al palo. A metà novembre, col campionato fermo, sarà ultimo momento utile per pianificare sotto i profili economico, tecnico e strategico un mercato che inizierà (con De Sanctis o meno) a fari spenti ben prima di gennaio. L’obiettivo è girare a 13-14 punti a fine girone d’andata per poi cercare la sterzata, altrimenti si rischia di fare fatica. Il gruppo capace di fare il miracolo del 7% nel 2021/22 ne aveva 7 a questo stesso punto del campionato, tre in più; proprio alla decima trovò il primo hurrà in trasferta, a Venezia, con Colantuono in panca.
Ora arranca, ha un problema psicologico: il fatto che sia puntualmente andata in svantaggio in questi primi dieci turni è sintomatico. In estate, sulla carta, tutti reputavano favorevole l’avvio in calendario con sole due big, Roma e Inter. Invece la Salernitana non è riuscita a battere Udinese, Lecce, Frosinone, Torino, Empoli, Monza, Cagliari e Genoa. Da qui al giro di boa se la vedrà in rigoroso ordine con Napoli, Sassuolo, Lazio, Fiorentina, Bologna, Atalanta, Milan, Verona e Juventus. La strada è in salita. Mani giunte.
FONTE: IL MATTINO