Di seguito quanto riportato da Il Mattino
Aurelio De Laurentiis, almeno per ora, ha deciso di non dare la parola a Walter Mazzarri, scelto per sostituire Garcia.
E allora si possono rileggere con interesse dalle pagine del Mattino i discorsi che il presidente e il tecnico di San Vincenzo fecero il 7 ottobre 2009 nella sala stampa di Castel Volturno, prima dell’allenamento con la ciurma azzurra che prima di Walter aveva guidato (e male) Donadoni. Come 14 anni fa, Mazzarri prende il posto di un collega che non ha lasciato traccia nella storia del Napoli.
Si scoprì, anzitutto, che De Laurentiis avrebbe voluto Mazzarri già nel gennaio 2008, dopo un furioso litigio con Reja.
Fu necessario attendere la sconfitta del Napoli all’Olimpico a inizio ottobre dell’anno successivo per firmare il contratto, con grande soddisfazione di De Laurentiis, che annunciò anche l’arrivo del direttore dell’area tecnica Montali, ex ct della nazionale di volley e già consigliere della Juventus, però mai assunto.
Disse il patron, che all’epoca si dilettava con i paragoni tra calcio e cinema: «Se Mazzarri dovesse interpretare un film sarebbe perfetto per il ruolo del giocatore di poker: ha una carta coperta e non la svela a nessuno». E poi: «Mazzarri è una scelta pensata, voluta, giusta. Mi piace la filosofia dell’allenatore, vuole una squadra con l’anima in cui possano segnare tutti. Mi aspetto di vedere anche la bellezza del gioco. Diamo credito e spazio a Mazzarri per giocare in totale libertà affinché questa squadra possa fare gol e vincere».
Parole che sembrano attualissime, esattamente come quelle di Mazzarri, che era a riposo dopo aver chiuso un altro brillante ciclo della sua carriera, alla guida della Sampdoria.
«Qui non è questione di moduli e numeri. La differenza sta nell’atteggiamento della squadra in campo. Sta nello spirito del gruppo. Nella voglia di voler sempre prevalere su chi è dall’altra parte. Voglio dire che prima del gioco il Napoli deve avere un’anima. Voglio una squadra che non molla mai». Come ripartire? Come ora, da «colloqui individuali, uno alla volta, in rigoroso ordine alfabetico. Io, il giocatore e nessun altro. Per sapere e per capire». E, a proposito del modulo, nessun problema e nessuna preclusione: «Mazzarri (disse parlando di sé in terza persona, ndr) può insegnare alla squadra ogni tipo di modulo. Sono spesso subentrato e sono stato costretto ad adeguare le mie idee alle caratteristiche dei giocatori». E, allora, oggi come allora auguri di buon lavoro