Caos e violenza al Maracana, a margine di Brasile-Argentina, vinta poi dagli ospiti 1-0 con gol di Otamendi
Il match, valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026 è iniziato con quasi mezzora di ritardo rispetto all’orario previsto (1.30 della notte in italia) a causa degli incidenti tra i tifosi argentini (3 mila circa) e polizia brasiliana scoppiati al momento degli inni nazionali. Le due tifoserie non erano isolate, come solitamente accade, e l’intervento delle forze dell’ordine locali è stato estremamente violento, a colpi di manganellate e cariche.
Gli stessi giocatori argentini sono andati sotto il settore ospite per provare a calmare la situazione, invitando ripetutamente la polizia brasiliana alla calma. Dibu Martinez ha provato addirittura a strappare il manganello a un poliziotto. A quel punto Messi ha fatto ai compagni di andare via e l’intera squadra è rientrata negli spogliatoi
8 fermati, si torna a giocare
Dopo circa 20 minuti è tornata la calma, sono state fermate 8 persone, isolati i tifosi argentini da quelli brasiliani, e il presidente della Federcalcio argentina è riuscito a convincere Messi e compagni a tornare in campo per giocare la partita. così la nazionale argentina
La denuncia di Messi: “Poteva essere una strage”
“Ovviamente l’abbiamo vissuta male per come è stata trattata la nostra gente, presa a manganellate dalla polizia, proprio come era già successo qui per la finale di Libertadores – è la denuncia di Messi a fine gara -. Ci sono giocatori che avevano lì amici o familiari e si sono spaventati perché non sapevano cosa stava succedendo. La partita in questi casi passa in secondo piano. Siamo tornati nello spogliatoio perché era il modo migliore per calmare la situazione, poteva finire in una strage. Noi eravamo più preoccupati per questo che per giocare una partita che, a quel punto, era di secondaria importanza. Dopodiché, vincere questa partita in questo modo penso sia una delle vittorie più importanti che questo gruppo abbia ottenuto”.
FONTE: SKY SPORT