Di seguito quanto riportato da Il Mattino
«Vedrete, farò anche tre gol contro il Braga», promette. Il Napoli non può trattenerlo. Victor Osimhen sembra un bambino a poche ore dalla notte di Natale: è felice, non riesce neppure a nasconderlo, scrive nella chat del gruppo quando sa che è lui il numero 1 del calcio africano. Non può dirlo, deve far finta che parte solo per partecipare alla premiazione ma sa che il Pallone d’Oro è il suo (in realtà si chiama Caf Awards).
Rivede tutta la sua vita in quel riconoscimento in Marocco, il miglior calciatore africano (oltre a far parte dell’Africa dream team dove c’è anche Anguissa): uno sogno che ha rincorso fin da piccolino, quando la miseria lo costringeva a vendere le bottiglie d’acqua al semaforo e a sfamarsi cercando il cibo nella discarica vicino al suo villaggio.
Mamma Africa lo chiama, e lui non può non rispondere. Non rinuncerebbe per nulla al mondo, neppure con il Braga a poche ore. «Ringrazio Dio e tutto il popolo africano per questo premio, ma anche la mia squadra e i miei compagni e ai miei tifosi che mi proteggono: un orgoglio vincere uno dei premi più prestigiosi del mondo», dice dal palco seriamente emozionato.
È il richiamo della sua terra. Nessuno, nel Napoli, se l’è sentita di dirgli di no, anche se non è la cosa giusta, perché c’è la Champions e il viaggio non è proprio dietro l’angolo. Ma Mazzarri ha sorriso e De Laurentiis ha dato il via libera, sia pure non proprio facendo salti di gioia. Ma Osimhen per nulla al mondo avrebbe rinunciato a questo trofeo. Il Napoli ha organizzato tutto nei minimi dettagli: c’è un fisioterapista con lui fin dalla mattina e poi c’è anche il dirigente Micheli a tenergli compagnia, a seguirlo passo dopo passo in questo suo viaggio che inizia attorno alle 10 e che si conclude solo a notte fonda. C’è anche Calenda, il suo agente tuttofare, che non smette mai di seguirlo come se fosse la sua ombra.
Sempre al suo fianco. Era pronto, nel caso in cui il Napoli avesse detto di no, ad andare alla guerra per Victor. Ma non ce ne è stato bisogno: il club azzurro ha dato l’ok, il volo privato è stato organizzato proprio da De Laurentiis, sperando che il suo superbomber non si stanchi troppo